Oggi in serata si è sprigionato un incendio, composto da tre focolai alla distanza di circa 300-400m ciascuno, nella pineta di pino nero sulla costa est del vallone della lepre a circa 3 km da Campaegli . Le fiamme hanno colpito la parte centrale del versante lontano da vie di comunicazione, quindi sono intervenuti tre elicotteri che accingevano acqua dall'abbeveratoio vicino posto in fondo al vallone. L'incendio è presumibilmente doloso, in quanto, come ripeto, formato da tre focolai distinti, quindi molto difficilmente autoprodotti. Sottolineo che la possibilità che avvenga un auto combustione nei boschi di questo tipo, anche in condizioni di aridità è vicina allo zero.
Il fatto è grave oltre che insidioso, in quanto all'interno del Parco Dei Monti Simbruini e in particolare a Campaegli incendi boschivi non se ne vedevano da molti anni.
Ricordo, che un grande aiuto nella protezione boschiva anche per eventi di questo tipo, è dato da un adeguata gestione forestale e dalla presenza quindi di un Piano di Assestamento Forestale, dove oltre alla regolamentazione dei tagli, vi sono direttive anche sul materiale secco da mantenere nel sottobosco (necromassa), che rappresenta il principale combustibile per gli incendi . Purtroppo Il Parco Regionale dei Monti Simbruini tutt'ora non possiede un Piano di Assestamento Forestale, nonostante questo, a mio avviso la gestione delle faggete è nel complesso più tosto buona, mentre è quella delle pinete e abetine da rimboschimento che lascia a desiderare, in quanto è completamente ignorata, presumibilmente perchè quest'ultime sono considerate specie a basso reddito (macchiatico negativo). La selvicultura naturalistica dovrebbe essere applicata almeno all'interno di un parco naturale, lasciando da parte i guadagni provenienti dal legname, esaltando le caratteristiche naturalistico/faunistico/vegetazionali ed evoluzionistiche del bosco stesso.
Tagliate le mani a chi accende fuochi
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